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Sogno, ma forse no

di L.Pirandello

La Trama

 

Una giovane ed affascinante donna si sta stancando del suo amante e si sente invece nuovamente attratta da un precedente innamorato, allontanatosi ed ora tornato ricchissimo da lontani ed esotici paesi. Nel sogno, o piuttosto nell'incubo, la giovane vede se stessa strozzata dall'amante ingelosito che sulla morbida carne del suo collo traccia con le sue mani un solco livido come una sorta di collana, ben diversa da quella che la donna aveva ammirato e desiderato nella vetrina di un gioielliere.

La donna si sveglia sospirando dal sollievo di essere uscita dall'incubo, quando la cameriera le porta una scatola che, mandata dal ricchissimo ex amante, contiene proprio la collana da lei tanto desiderata.

Viene a visitarla l'amante geloso che le racconta di essere contrariato perché avrebbe voluto farle una sorpresa regalandole la collana di perle ma che il gioielliere l'aveva già venduta a qualcuno... La giovane fa finta di nulla e avvia un dialogo che sembra inizi a ripercorrere lo stesso tragitto del sogno (ma forse no).

Personaggi e cast

 

La Giovane signora/ Vittoria Faro

 

L'Uomo in frak/  Ivan Giambirtone

 

Una cameriera muta

Grande successo alla Valle dei Templi di Agrigento per il debutto, in prima assoluta, della commedia “Sogno Ma forse no” di Luigi Pirandello, con Vittoria Faro protagonista e regista. La messa in scena dell’attrice agrigentina, infatti, convince i numerosi e calorosi spettatori dell’arena “Giunone”. La  regia cinematografica, poi, sorprende per i continui richiami all’espressionismo tedesco; una regia “caligarica”, infatti, ricrea un’allucinante atmosfera d’orrore e d’angoscia. L’effetto “bianco e nero” della scenografia di Antonio Pizzola (Spazi Multipli), con tagli di luci ed ombre (photo di scena di Elena Muneghina), mantiene intatta l’atmosfera drammatica e rimanda al cinema muto degli anni Venti. Mattatrice dello spettacolo  è la bravissima Vittoria Faro che, nel ruolo della Giovane signora, conquista il pubblico con il suo inconfondibile stile espressivo e recitativo. Eleganza e bravura si fondono e Vittoria,  novella Clara Bow, mantiene sempre alta la performance durante tutto l’atto unico. La Faro costruisce lo spettacolo su una partitura musicale ed interseca, con maestria, il tema pirandelliano del sogno e della realtà. Il ricorso all’espressionismo tedesco è indiscutibile: la regia, infatti, recupera i trucchi del vecchio cinema delle attrazioni che, nel richiamare modelli irreali, distorti e allucinanti, sostituiscono la percezione della realtà. Uno specchio/finestra che si apre sulla platea, inoltre, sfrutta il valore espressivo dei volti tenebrosi, truccati pesantemente con effetti demoniaci persecutori, nel caso dell’Uomo in frac, o vittimistici e perseguitati per la Giovane signora: “Perché nulla atterrisce più di uno specchio una coscienza non tranquilla”. Protagonista maschile è il poliedrico attore Ivan Giambirtone, volto noto ad Agrigento per aver recitato accanto a Gaetano Aronica in “Tenerezza”. Con “Sogno Ma forse no” conferma il suo grande talento recitativo trasformandosi in una sorta di “dottor Jekyll e signor Hyde“ che riesce ad impressionare con il suo malinconico sguardo chapliniano. I personaggi danzano si sfiorano, si scrutano, si amano e si odiano fino all’epilogo: annullamento della coscienza? Sogno skachespeariano da cui si ha paura di risvegliarsi? Estasi plotinica? Ma forse no!  Ed ecco, ancora, la geniale lucidità registica della Faro che sprigiona tutto il suo talento e sdoppia la personalità della protagonista: la voce della Giovane signora, infatti, è doppiata in scena dal terzo personaggio: la Governate, interpretata dalla bravissima Elisabetta Ventura. In “Sogno Ma forse no” possiamo affermare che la Faro, come Marta Abba, sia stata ispirata ed illuminata da Luigi Pirandello e ci regala un noir di grande effetto emotivo e visivo, sicuramente tra più interessanti del cartellone estivo curato dal Parco Valle dei Templi.

 

 

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