top of page

In occasione di OpenHouse Roma 2014, TestaccioLab interpreta il progetto architettonico di Spazi Multipli per la sede di Enterprise con “INVASION#SPEXIFIC”, intervento artistico performativo multimediale di site specific.

La drammaturgia originale, ispirata alla connotazione tecnologica dell’architettura, associa l’insediamento dell’azienda nel sito all’evoluzione di un virus.

Seguendo le invarianti del lavoro dei progettisti (Spazi Multipli), Spazio, Forma e Materia, l’intervento artistico indaga i caratteri del contesto, il disegno degli involucri, i requisiti di fisicità e l’approccio sensoriale del fruitore, soffermandosi sul rapporto tra architettura, natura e tecnologia.

Ampliando l’ascolto del luogo, dei vissuti e della quotidianità che lo abitano, ma anche delle sue attese nascoste, del potenziale poetico, della trasformazione che il luogo rivendica, emancipandolo dall’uso specifico cui è destinato.

In questo contesto i performer agiscono come agenti virali del sistema architettonico, dando una nuova vita all’edificio e al suo parco. I visitatori, esplorandone gli spazi, saranno protagonisti di un percorso esperienziale, alla scoperta di un’originale lettura dell’opera architettonica.

IL FORMAT

 

SpeXific è un format che crea eventi artistici unici, costruiti in un sito specifico, attraverso l’interazione di forme e linguaggi espressivi differenti come il teatro, la musica, il design e il video.

Ogni evento SpeXific nasce infatti dall’incontro con una Committenza, istituzionale o privata, attorno alla quale viene elaborato un Tema.

Il Tema offre la traccia per la scelta di una Location che stimola suggestioni spaziali e percettive, costituendo la base per la costruzione di una Drammaturgia originale che, a sua volta, dà forma all’azione performativa finale.

Il processo creativo attinge, e per certi versi rivisita, i codici del SiteSpecific: in SpeXific però i diversi linguaggi interagiscono con contributi diversi ma contestuali alla reinvenzione dello spazio e del tema, senza una gerarchia preordinata che determini l’emergere di una forma d’arte maggiore rispetto alle altre.

Il prodotto finale è un evento “unicum” costruito su un tema, modellato su una location specifica attraverso azioni performative e contributi espressivi multidisciplinari che seguono una drammaturgia originale.

 

Per lo spettatore la partecipazione all’evento rappresenta un’esperienza sensoriale originale nella percezione dello spazio in cui vive l’azione performativa.

varriale
vassallo
spang
raffaeli
spang
sorrenti
salvatore
prosperi
pellegrino
ribezzi
grano
marmorini
innocente
bertoleoni
brancaccio
cestola
chichiarelli

"Al centro il rapporto tra architettura e tecnologia, interpretato attraverso un intervento performativo-multimediale, sulla base di un originale accostamento: l’insediamento dell’azienda nel nuovo sito viene paragonata all’aggressione ed evoluzione di un virus...

 Lo spazio diventa organismo complesso, di cui cogliere le energie segrete, le memorie appena sedimentate, il potenziale poetico ed evocativo, l’intelligenza funzionale e strutturale, nonché la capacità di trasformarsi insieme agli sguardi e i movimenti di chi lo attraversa, nel tempo.

E saranno i performer, come agenti virali attecchiti nel sistema architettonico, a muovendosi tra l’edificio e il parco, per innescare processi di mutazione creativa ed elaborare nuovi codici interni. Mentre i visitatori, in un cortocircuito che altera i punti di riferimento e la pelle dello spazio, si godranno la tempesta tecno-percettiva, scoprendo una nuova maniera di leggere una struttura abitativa".

Helga Marsala per Art Tribune

Produzione / TestaccioLab

Coordinamento generale / Antonio Pizzola 

Regia / Vittoria Faro 

Drammaturgia e aiuto regia / Matilde D’Accardi 

Visual / Roberto Policastro (Doppiavù) 

Multimedia+3D / Giulio Bartolozzi Gabriele Pintwich Mirko Lo Conte Rocco Salvatore Totaro 

Editing video / Luigi Negri 

Editing audio / Luigi Ortolano 

Segreteria di produzione / Elena Muneghina

 Segreteria / Erika Morbelli

Ufficio Stampa / Marta Scandorza, Francesca Romana Maruotti

bottom of page